Assistere ad una cottura di Raku può molto somigliare a trovarsi nel bel mezzo di un conciliabolo di streghe: tutti addosso al gran calderone che altro non è che un bidone in latta opportunamente adeguato allo scopo, un continuo fermento, i piedi che calcano la terra, le mani che frugano segatura e foglie secche come in una danza rituale. La differenza è che qui si assiste ad una vera trasformazione della materia, in una misteriosa alchimia di terra, aria, acqua e fuoco che produce effetti visibili nel giro di pochi minuti, quelli necessari alla fusione del colore e alla successiva riduzione di questo attraverso l’unico sistema possibile: le mani dell’uomo e l’imprevedibilità del caso. La magia consiste in questa trasformazione e in quella dell’umore dei partecipanti, tutti chiamati a collaborare, tutti coinvolti nella magica riunione, sporchi di fumo, arruffati, apprensivi, sudati, continuamente intenti a sorprendersi delle tonalità impreviste sul proprio pezzo ceramico. Anche l’umore più nero può trasformarsi in gioia contagiosa, durante questa provvisoria comunione d’intenti che si consuma all’aperto. Ma che significa Raku? Appunto “gioia e piacere di creare” descrivendo in breve questa straordinaria tecnica ceramica nata in Giappone nel XVI° secolo. Il suo ideatore, Chojiro, fu il capostipite di una dinastia di ceramisti che da quindici generazioni continua a tramandare la tradizione Raku, tecnica fortemente legata fin dalla sua nascita alla cerimonia del tè. Ogni oggetto è trattato con una precisa successione di operazioni, benché non altrettanto prevedibile ne sia il risultato, che può rivelarsi del tutto diverso in rapporto alle aspettative; ma il fascino di quest’antica tecnica consiste proprio in questo. Dopo la prima cottura dei lavori, eseguiti con argilla refrattaria perché resistano ai forti sbalzi di temperatura cui saranno sottoposti durante il Raku, i pezzi vengono decorati con smalti particolari e sottoposti alla cottura a fuoco vivo, estratti dal forno ancora incandescenti per essere trattati in riduzione o in ossidazione secondo l’effetto desiderato e bagnati successivamente in acqua fredda. I ceramisti agiscono modificando di volta in volta il procedimento, attraverso varianti personalizzate, con lo scopo di ottenere effetti sempre nuovi e spesso unici, iridescenze metalliche di straordinaria intensità o colori morbidi e anticati. Dopo la pubblicazione del libro di Bernard Leach “Potter’s Book”, la tecnica Raku si è diffusa nel mondo occidentale, subendo radicali trasformazioni, come spesso accade per le tecniche artistiche, con l’arricchimento degli elementi caratteristici del gusto europeo. Per poter essere “iniziati” al Raku è necessario tuttavia avere buone basi di tecnica ceramica, manualità e dimestichezza con i colori. Nel nostro agriturismo a Loiri Porto San Paolo è possibile frequentare corsi di ceramica di base e corsi Raku, in un ambiente sano, aperto, sereno, familiare, davvero piacevole. Informati sul SITO per le modalità di iscrizione e i costi.
Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia
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