La notte della festa più cara a tutti i galluresi, le genti delle Frazioni, nella Bassa Gallura si recavano ad assistere alla messa di mezzanotte: quella cerimonia attesa tutto l’anno aveva il sapore del raccoglimento notturno, dell’intima preghiera, della festa più sacra. La chiesa era spesso lontana, occorreva percorrere un lungo tragitto a piedi. Nella notte del 24 dicembre, talvolta buia e piovosa, anche i bambini più grandetti si avviavano con i genitori, attendendo il bagliore di un fulmine per poter camminare più svelti in uno squarcio di luce dal cielo. A casa restavano i più vecchi, con i piccoli addormentati e le donne in attesa di un nuovo figlio, alle quali si riservava una veglia ricca di cibi speciali, racconti lieti accanto al fuoco, vini e liquori. Dopo la messa si rientrava a casa felici, per cenare tutti insieme con l’agnello e il porcetto preparati con l’attenzione e l’amore di un tempo.
A Natale anche i viandanti, “li dimmandoni”, trovavano le porte aperte, un caldo fuoco di legna e buon cibo per sperare ancora in un tempo migliore. (A.B.)
Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia
Cioccu di janna a Natali versi di Pasquale Ciboddo
Cioccu di janna candu ‘entu e nii
Facìani cadè sonni in un mari
Senza fundu e li cani
Abbaggjàani illa zidda sunniendi.
Ed era un dimmandoni scapiddatu
e gucciuloni
cun cattru rami sicchi suttutiddu
pa’ abbruncassi un focu jà ispintu.
E mamma, appena intrutu, li lacàa
Primma di turrassinni à lu sò lettu,
panni ‘ecchj di babbu asciutti e vinu
cu la palti adducata di l’agnoni
e di li cosi boni.
E un pani illa banca ancora piena
d’un avanzu di cena.
Notti di janni abbalti in dugna stazzu
undi li bon’antichi ancora offesi
paldunàani li mali.
Nuttata undi tutti erani gali:
la notti di Natali
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