Per i nostri ospiti è una tappa obbligata: questo interessante sito archeologico si trova a pochi Km dal nostro agriturismo ed è facilmente raggiungibile in auto. Partendo dalla nostra struttura ci dirigiamo verso Padru e proseguiamo sempre dritto, fino ad addentrarci dove il verde prende il sopravvento, sotto gli archi di querce secolari, tra i muri a secco, per arrivare ad Alà dei Sardi. Il centro è piccolo e ordinato; strano ma vero, vi resistono le antiche costruzioni in pietra, sottratte quasi tutte al massacro selvaggio degli anni sessanta. Sbirciando tra le vecchie inferriate, tra gli oggetti ammassati nelle cantine, c’è ancora un curioso calendario degli anni ’50: pubblicizza il dentifricio Binaca. Tra i cunicoli del centro storico le signore del luogo osservano il nostro passaggio dalle finestre semichiuse, curiosità o timore forse, siamo un po’ lontani dalle zone ad alta densità turistica. Sappiamo che c’è una via che conduce alla zona archeologica, poco distante da qui; voltiamo a destra, in una delle vie laterali del paese, al segnale che indica Sos Nurattolos; Non è facile, non ci sono
altre indicazioni, ma si procede per una strada che conduce sui monti di Alà; dopo forse tre Km si volta a destra ad un bivio, quindi ancora a destra dopo altri 300 metri. Si percorrono ancora altri due Km, sino ad incontrare una piazzola di sosta segnalata. Qui si lascia l’auto, sperando che le nuvole non si trasformino in pioggia, e si risale a piedi il pendio alla sinistra, per un sentiero acciottolato con gradini, ben evidente, che conduce in cima alla montagna (1.000 metri di quota) dove sono situati gli edifici del complesso nuragico di Sos Nurattolos. Il panorama è spettacolare, un nulla di rocce e arbusti che si precipita a valle, un salto degli occhi a distanza sull’alto pianoro circostante. Il bellissimo complesso nuragico, scoperto circa quarant’anni fa, è databile tra il 1600 e il 900 a.C. ed è costituito da una fonte sacra, da un piccolo tempio a megaron, e da alcune capanne. E’ un singolare percorso rituale che va dalla sorgente di acqua perenne, dove forse avvenivano particolari cerimonie purificatorie, alla capanna con atrio e quindi al tempietto rettangolare, situato in posizione dominante, con a lato un ambiente per deporre gli ex voto.
I rituali dovevano essere rivolti ad una divinità ctonia, che dalle viscere della terra dispensava la vita, a cui si rivolgevano i devoti per invocare fertilità e salute nel corso di festività annuali. La fonte sacra, situata all’interno di un cortile circolare di forma irregolare dotato di accesso laterale a gradini, ha una pianta rettangolare con facciata in antis, e ilvano del pozzo circolare conserva la copertura a tholos ancora intatta, mentre il retro è absidato. All’interno del cortile una capanna circolare in muratura, probabilmente un locale di servizio dedicato alle attività cultuali.
Si sale ancora verso il tempio a megaron, dove si trova una grande capanna circolare dotata anch’essa di un vano rettangolare di ingresso prospiciente la camera circolare. Infine si giunge al tempio, che conserva una regolarissima pianta rettangolare ed alte pareti aggettanti sia sulla facciata principale che sul retro. Il tempietto è circondato da un recinto ellittico che include una struttura muraria costituita da due ambienti circolari tangenti, uno dentro l’altro, forse i recinti in cui si chiudevano gli animali da sacrificare, o il luogo dove si consultavano gli oracoli: sembrerebbero simboleggiare la coppia divina Sole-Luna durante un’eclissi parziale di sole. Qui però comincia a piovere, vorremmo aver portato gli ombrelli, ma le ordinate pietre di Alà torneremo a visitarle in primavera, o in agosto, quando saranno mature le more selvatiche.
(Antonella Bonacossa) Agriturismo in Sardegna B&B Olbia